Da Assisi a Foligno

Distanza: 18,9 km. – Asfalto: 65% – Sterrato: 35%- tempo di percorrenza: 5.30 ore - Difficoltà: facile

altezza massima: 486 mt. - Partenza: 360 mt. – arrivo: 235 mt. – dislivello(+): 250 mt. – dislivello(-): 350 mt.

Avvertenze

Una tappa facile, con saliscendi poco impegnativi, ricca di fonti d’acqua e occasioni di sosta: lasciata Assisi incontriamo Spello, perla medievale con le sue vestigia romane, e poi Foligno, da sempre crocevia di pellegrini e commerci. Il percorso si snoda lungo i contrafforti del Parco regionale del Monte Subasio e gli incantevoli uliveti che rendono unica la Valle Umbra.

Descrizione

02È dalla tomba di san Francesco, Patrono d’Italia, che comincia il nostro cammino. Saliamo la scala lasciandoci alle spalle la Basilica e, proseguendo in salita, attraversiamo il centro medievale di ASSISI, per via San Francesco, via Arnaldo Fortini e via Portica, fino alla piazza del Comune. Proseguiamo ancora dritto lungo corso Mazzini e via Santa Chiara che ci condurranno alla piazza della basilica di Santa Chiara. Tenendo sulla destra la chiesa, proseguiamo lungo via Borgo Aretino che ci accompagna fino all’arco di Porta Nuova, che già si intravede sullo sfondo, e quindi all’uscita dal centro storico di Assisi [1.1 – Km 1,4].Da qui in poi troveremo la segnaletica biancorossa del Cammino Francescano della Marca con il logo e l’acronimo Cfm che ci invita a percorrere in discesa la SP 147. La seguiamo per un centinaio di metri fino a una rotonda che attraversiamo procedendo dritti. Fatti 200 m, al bivio, prendiamo sulla sinistra via San Benedetto, una strada che volge decisamente in salita. La percorriamo tutta lasciando sfilare gli ultimi insediamenti urbani della periferia di Assisi per portarci, dopo 900 m, sotto le pendici del monte Subasio (1.290 m). Il monte, famoso per il suo profilo a “dorso di tartaruga”, è stato sempre visto come luogo di misticismo e sacralità, tradizione confermata dai numerosi eremi benedettini e francescani. La strada prosegue con lievi saliscendi, l’incedere è comodo e il per- corso in ombra. Dopo 1 km, troviamo l’imbocco di via Borghettaccio [1.2 – km 4], che prendiamo tenendoci sulla destra. L’asfalto da qui lascia il posto allo sterrato.
Percorsi 500 m arriviamo all’incrocio con una strada asfaltata: noi continuiamo diritti, senza abbandonare la carrareccia, immettendoci su via Fonte l’Abate. Qui le segnaletiche del Cammino e del Parco sono ben visibili. Procediamo per 2,8 km costeggiando, su sterrato in ombra, i confini del Parco, fino all’incrocio con una stradina asfal- tata, via Gabbiano. Qui svoltiamo decisamente a destra in discesa. In questo punto occorre fare attenzione: dopo appena 200 m, sulla sinistra, dobbiamo prendere un sentiero in discesa nascosto dalla vegetazione e non segnalato [1.3 – km 7,4] che si inoltra in un ampio uliveto. La discesa ci conduce alle prime case del borgo di Collicello, che però si evita prendendo subito a sinistra un sentiero orlato da piante di rosmarino, sempre in discesa, che dopo 300 m torna in piano, aggira una casa privata e confluisce sulla strada asfaltata di via Renano. La percorriamo in discesa per 250 m fino all’intersezione con uno sterrato sulla sinistra ben indicato dalla segnaletica del CFM che imbocchiamo. Camminiamo tra querceti e ulivi dapprima in salita, poi su lievi saliscendi e infine in discesa fino a incontrare la Fonte di San Francesco, ben segnalata da una grande edicola votiva posta proprio al bivio con via degli Ulivi [1.4 – km 9,9]. 08 Via degli Ulivi - foto Luciano MonceriQui qualche panchina all’ombra e una cannella di acqua fresca ci permetteranno una sosta rinfrescante. Prendiamo a sinistra via degli Ulivi e percorriamo in piano la stradina d’asfalto sabbioso che si inoltra tra gli ulivi. Man mano che procediamo, di fronte a noi si comincia a scorgere dall’alto il profilo del centro medievale di SPELLO.
La via degli Ulivi termina al bivio con via Poeta, strada asfaltata di accesso alla città. La prendiamo in salita verso sinistra, percor- rendo sui marciapiedi il viale alberato fino a entrare nel centro storico attraverso Porta Montanara. Proseguiamo ancora lungo via Poeta e attraversiamo piazza Vallegloria tenendo sulla destra il monastero delle Clarisse per immetterci, svoltando a sinistra sotto un arco, nell’adiacente piazza Gramsci e di seguito su via Giulia, che percorriamo interamente fino all’incrocio con via Garibaldi, che imbocchiamo in discesa a sinistra. Siamo nel cuore della città, sulla via centrale su cui affacciano botteghe e caffè. Continuando a scendere incrociamo il Municipio e quindi, dopo avere imboccato via Cavour, naturale prosecuzione di via Garibaldi, la celebre chiesa di Santa Maria Maggiore. La chiesa è un ottimo luogo di sosta con a disposizione diversi servizi per pellegrini come bagni, piccolo refettorio, fonte d’acqua e ufficio timbri credenziali.
Continuiamo a scendere per via Consolare: è possibile tagliare il tornante prendendo la piaggia pedonale di via Sant’Angelo, che tro- viamo sulla nostra destra appena 50 m dopo la chiesa. Usciamo dal centro storico di Spello passando sotto l’arco romano di Porta Consolare [1.5 – km 13,2]. Fuori dalle mura medievali il percorso torna in piano; giriamo a sinistra in via Sant’Anna, costeggiando i bastioni e continuando lungo via Sant’Anna per 200 m. Superiamo la chiesa di Sant’Anna sulla destra e subito dopo pieghiamo a destra proseguendo per altri 100 m fino a incrociare la trafficata via della Liberazione che traversiamo con cautela, procedendo dritti su via Brodolini. Da qui fino a Foligno, oltre alla segnaletica del Cammino, saremo accompa- gnati anche da quelle della Via di Francesco e della Via Lauretana.
09 Spello - foto FranzLa strada ci allontana da Spello; camminiamo per 1,2 km sempre in piano, fino all’incrocio di via Prato, all’altezza della chiesa della Santissima Trinità che rimane alla nostra destra. Attraversiamo la strada trafficata per proseguire dritti in via Spineto, che percorriamo per 1,6 km fino a incrociare via San Cristoforo [1.6 – km 16,4]. Di fronte a noi le prime palazzine della periferia di FOLIGNO tra le quali ci infi- liamo continuando a camminare diritti su via Spineto, fino a un sottopasso che ci permette di attraversare senza pericolo la statale 75 Foligno-Perugia.
Oltre il sottopasso, giriamo a sinistra e dopo 200 m svoltiamo a de- stra. Al passaggio a livello attraversiamo la linea ferroviaria per ritro- varci su viale Firenze, importante arteria stradale di accesso a Foligno [1.7 – km 17,1]. Giriamo a sinistra e la percorriamo tutta in piano e sem- pre diritti per 1,9 km fino all’ingresso nel centro storico, a cui si accede dal ponte della Liberazione, sul fiume Topino [1.8 – km 18,9]. Procediamo con cautela, utilizzando i marciapiedi, dove ve ne sono, o restando sul ciglio della strada; lungo il tragitto attraverseremo una rotonda con al centro la chiesa della Madonna della Fiammenga, proseguendo sempre dritti. Oltrepassato il ponte della Liberazione raggiungiamo il centro della città e le varie strutture di accoglienza, ma teniamo presente che è qui che dovremo tornare per iniziare la seconda tappa.

 

Assisi e San Francesco


San Francesco, battezzato Giovanni, nasce ad Assisi nel 1182 da Pietro di Bernardone, commerciante di “panni franceschi”. Giovane allegro, ma mai superficiale, amante della bella vita, generoso e sensibile, a vent’anni partecipa alla battaglia di Collestrada nella quale viene catturato dai Perugini e costretto a scontare un anno di prigionia. Tornato a casa, si ammala di una grave e lunga malattia che segna profondamente il suo animo sensibile fino a renderlo inquieto. Inizia così il suo cambiamento. Nel 1204 una spedizione militare lo spinge all’avventura cavalleresca. Sogna, si arma, parte. Torna, dopo aver lasciato armi e cavallo presso Spoleto, fra la derisione della gente e l’umiliazione della famiglia che lo vedono come un visionario sconfitto. Ad un anno dal rientro l’incontro e l’abbraccio con un lebbroso cambiano la sua percezione della vita e lo ispirano ad intraprendere il cammino che lo porterà a diventare il Santo che ha cambiato le sorti d’Europa e del Mondo. “Va’ e ripara la mia casa” è l’esortazione del Santo Crocefisso. Lui ne fa il suo vessillo e da allora si dedica non solo alla ricostruzione della piccola pieve di S. Damiano, in rovina, ma anche alla riedificazione dell’intera Chiesa. Lunghi giorni di solitudine e privazioni diventano il suo martirio d’evangelizzazione; da Assisi vaga per l’Italia e per il mondo per tornare malato e morente nel 1226, anno in cui terminano i suoi giorni terrestri e iniziano quelli celesti.

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La Basilica di San Francesco e le 7 chiese

02A soli 2 anni dalla morte, Francesco viene dichiarato Santo da Papa Gregorio IX. I suoi frati iniziarono la messa in opera di una nuova chiesa in suo onore. Venne consacrata nel 1253, ma la basilica inferiore era già pronta dal 1230, anno in cui vi fu traslato e nascosto il suo corpo. Molti furono gli artisti che vennero chiamati ad affrescare la Basilica fra i quali Cimabue e Giotto. Questa imponente costruzione non è l’unica chiesa legata a S. Francesco e al francescanesimo; ricordiamo San Damiano, la Porziuncola, l’Eremo delle Carceri, Santa Chiara, Santa Maria degli Angeli e la Cattedrale di San Rufino, primo Vescovo e Martire di Assisi.

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L’Oratorio del Pellegrino

03L’Oratorio dei Pellegrini ad Assisi è una testimonianza di quanto già nel Medioevo fosse vivo il fascino del pellegrinaggio sul Cammino di Santiago. Lo stesso Francesco d’Assisi, secondo la tradizione, avrebbe compiuto il pellegrinaggio sulla tomba dell’apostolo Giacomo nel 1214. Il ciclo di affreschi di Pierantonio Mezzastris (1477) che riveste l’interno dell’Oratorio racconta il “gran miracolo del pellegrino“, una storia medievale molto gustosa verificatasi in Spagna a Santo Domingo de la Calzada, lungo il cammino per Santiago. La figlia di un locandiere tentò di sedurre, senza riuscirvi, il giovane Hugonell che, assieme ai suoi genitori, si stava recando dalla Germania in pellegrinaggio a Compostella. Per vendicarsi del rifiuto nascose nella bisaccia del ragazzo una coppa d’argento e fece in modo che venisse trovata. Il giovane fu accusato di furto e impiccato. Il padre e la madre, di ritorno dal pellegrinaggio, trovarono il corpo del figlio ancora appeso alla forca e lo piansero, ma il ragazzo li confortò dicendo loro che era ben vivo perché San Giacomo lo stava sostenendo per i piedi. I genitori corsero dal giudice per dargli la notizia, ma questi, intento a banchettare, non volle creder loro, asserendo che il reo era morto come i galletti arrosto imbanditi alla sua mensa. Immediatamente i galletti si destarono con un sonoro canto e il giovane venne allora restituito ai suoi genitori.

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Curiosità francescane

Ad Assisi, nella CAPPELLA DELLE RELIQUIE posta nel transetto di destra della basilica inferiore sono esposti la bolla pontificia con la quale il papa Onorio III approvò la Regola Francescana nel 1223, la Chartula con le lodi di Dio Altissimo e la benedizione a fra Leone scritta di mano dallo stesso san Francesco, un corno d’avorio donato dal sultano d’Egitto al-Malik al Poverello durante il suo viaggio verso la Terra Santa del 1219 e vari indumenti appartenuti al santo, fra cui la tonaca e i calzari di feltro confezionati da santa Chiara per nascondere le sacre stigmate. Fra i 28 meravigliosi affreschi di Giotto che narrano la vita di San Francesco nella Basilica di Assisi, ce n’è uno in cui si vede il Santo che appare ai suoi compagni su un carro di fuoco. Questa visione i frati l’ebbero un giorno nella Chiesa di San Rufino mentre San Francesco era intento a pregare.

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Parco Regionale del Monte Subasio

Superata Assisi, il Cammino Francescano della Marca percorre fino a Spello le pendici del Monte Subasio, protetto dal 1995 dall’Ente Parco Regionale. Il monte, caratteristico per la forma ellittica e famoso per il suo profilo a “dorso di tartaruga”, sin dai tempi delle popolazioni umbre, è stato sempre visto come luogo di misticismo e sacralità, tradizione poi continuata con i numerosi eremi benedettini e francescani che lo costellano. Tra i fenomeni geologici più importanti e ben visibili troviamo il Mortaro Grande, il Mortaro Piccolo e il Mortaro delle Trosce. Il loro appellativo deriva dalla somiglianza con l’omonimo utensile domestico, il mortaio. Diversi altri fenomeni carsici interessano il massiccio, fra i quali numerose fosse. Molti sono anche i cosiddetti “spechi”, gole frastagliate usate dai monaci benedettini e francescani per i loro momenti d’isolamento o per la costruzione di veri e propri eremi.

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La via degli Ulivi

La suggestiva e panoramica via degli Ulivi, che si percorre per arrivare a Spello, segue un itinerario sul fianco del Subasio con lievi saliscendi. La vista sulla valle Umbra, le pendici del Subasio e l’affaccio sui borghi in lontananza la rendono gradevole allo spirito e all’anima fin dall’antichità, quando il poeta latino Properzio veniva qui ad ispirarsi. Attorno ulivi secolari a perdita d’occhio incorniciano l’antico sentiero. Se percorso durante il periodo primaverile le ginestre in fiore scandiranno il passo con odori e colori che solo la macchia mediterranea può regalare. Questo tratto è anche detto della Santa Angela da Foligno, popolarmente conosciuta come Beata Angela, che lo percorse qualche giorno prima della solennità di San Francesco (4 ottobre 1291), accompagnata da un gruppetto di persone pie da lei scelte, tra le quali un uomo di Foligno da lei convertito ad una vita di penitenza e di povertà. Angela si recava ad Assisi con uno scopo ben preciso; voleva pregare San Francesco affinché intercedesse con Dio per ottenere “di poter sentire Cristo, di poter osservare perfettamente la regola francescana e di riuscire a vivere e morire da povera”. La strada tra Foligno e Assisi, passando per Spello è di soli 15 km e neppure faticosa, ma quel giorno alla Beata le sembrò interminabile perché la pellegrina si attardò a conversare con qualcosa di invisibile che continuamente le impediva di avanzare.

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Spello

Bandiera Arancione dei borghi più belli d’Italia e città rinomata per la qualità dell’olio. Fondata dagli umbri divenne presto parte della Repubblica Romana e fu denominata da Cesare “Splendidissima Colonia Julia”. Ancora oggi l’arco di Augusto rifulge e richiama a sé migliaia di turisti. Le antiche mura romane sono state inglobate in quelle medievali, ma in molte zone si riescono ancora ad intravedere. Divenne un importantissimo centro militare e logistico poiché collocata sulla via Flaminia (strada consolare costruita intorno al 220 a.C. dal console Gaio Flaminio). Era l’unica strada che, attraverso il territorio umbro e dell’ager gallicus, fungeva da collegamento con l’Italia settentrionale e quindi con tutte le popolazioni di origine celtica stanziate nel Nord. Rimase un punto strategico per lunghi secoli, anche durante le cosiddette invasioni barbariche. In seguito, Spello divenne un centro rinomato del Ducato di Spoleto. Nei secoli del Gotico fiorito e del Rinascimento molti artisti affrescarono le sue chiese. Tra i numerosi affreschi degni di nota sono quelli del Pinturicchio. Tra gli eventi della Spello contemporanea ricordiamo quello del Corpus Domini, quando la città diventa policroma grazie alle infiorate, quadri e tappeti composti da petali di fiori e realizzati a terra in un percorso di 2 km nel centro storico.

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Santa Maria Maggiore in Spello

La chiesa di Santa Maria Maggiore sorge, come molte delle strutture più antiche di Spello, su un edificio romano: essa infatti venne eretta sull’esistente tempio di Giunone e Vesta. In un primo momento fu consacrata alla Natività e solo in seguito a Santa Maria Maggiore. Gestita dall’Ordine Benedettino Camaldolese fino al declino dello stesso, divenne proprietà del clero diocesano che, sfruttando il ricco patrimonio ereditato, potette permettersi nel XV sec. le opere del Pinturicchio, ammirabili ancora oggi in tutto il loro splendore. Tra gli affreschi del pittore che decorano la Cappella Baglioni, si nota una soave “Annunciazione”. Il dipinto riproduce un’ariosa stanza in cui la Vergine riceve umilmente l’annuncio dell’Angelo. Alle pareti di questa stanza è possibile ammirare un quadro con il ritratto di un giovane uomo raffigurante lo stesso Pinturicchio. La parrocchia di Santa Maria Maggiore offre inoltre una serie di servizi gratuiti per i pellegrini: un refettorio con tavoli e panche che permette una confortevole sosta per rifocillarsi con acqua e caffè, servizi igienici e un ufficio per il timbro sulla credenziale.

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